L’aggressione da parte dell’esercito russo all’Ucraina ha portato alla modifica di molti equilibri geopolitici globali e ha aperto grandissime discussioni a livello internazionale. Sul piano economico e finanziareio le banche europee hanno contato l’aumento del costo della guerra in Ucraina mentre la Société Générale francese, il Credit Agricole e l’italiana UniCredit hanno aumentato gli accantonamenti per il conflitto senza infrangere la fiducia degli investitori nelle loro prospettive.
L’istituto di credito italiano, una delle banche europee più esposte alla Russia, dove gestisce AO UniCredit Bank, ha sorpreso il mercato affermando che presto avvierà un riacquisto di azioni per 1,6 miliardi di euro (1,7 miliardi di dollari) anche se gli accantonamenti relativi alla Russia hanno ridotto l’utile del primo trimestre 70%. Nel 2021 la sua controllata russa ha fruttato a Unicredit:
- Circa 180 milioni di utile, una piccola parte rispetto ai 3,9 miliardi totali
- Che pesa per circa il 3% del margine di interesse
- Per il 3% del capitale allocato
Il gruppo è presente in Russia dal 2005 con:
- Una rete di 72 sportelli
- Che erogano circa 8 miliardi di euro di prestiti
dopo la fusione con Hvb, che aveva nel paese una propria controllata, e attualmente ha circa 2 milioni clienti retail e circa 30.000 corporate.
La Banca centrale europea ha detto alle banche di allacciarsi le cinture
L’obiettivo è di prepararsi per una strada accidentata mentre la guerra in Ucraina colpisce l’economia e un improvviso aumento dei tassi di interesse rende i mercati più volatili.
Oltre ad Unicredit, pure le diverse attività in Russia di Intesa Sanpaolo sono particolarmente elevate. Il gruppo gestisce buona parte delle operazioni di investimenti italiani verso il mercato Russia e viceversa di flussi di investimenti russi in Italia. In più, è un investitore rilevante oltre che partner in molti progetti russi, sia a carattere nazionale che internazionale. Ragionando dal punto di vista generale le banche del nostro paese sono fra le più esposte nel mercato russo, assieme con quelle francesi, con 25,3 miliardi dollari ai quali vanno aggiunte altre esposizioni potenziali come i quasi 6 miliardi di garanzie.

Le banche tedesche sono esposte per circa 8 miliardi, il che fa della Germania il paese europea con probabilmente l’esposizione minore. Infatti, considerando gli altri grandi paesi dell’unione europea, gli istituti di credito francesi sono esposti per 25,1 miliardi, quelli austriaci per 17,5. Infine va ricrdato come gli istituti statunitensi per 14,6.
Paese | Esposizione |
Germania | 8 miliardi |
Francia | 25,1 miliardi |
Austria | 17,5 miliardi |
USA | 14,6 miliardi |
Il percorso che si stava delineando, affiancato al miglioramento della situazione sanitaria ha visto un arresto quando il conflitto è scoppiato a fine del mese febbraio e le prospettive economiche si sono nuovamente fatte cupe. L’Autorità bancaria europea (EBA) ha avvertito che, sebbene il conflitto in Ucraina avrebbe inizialmente avuto un impatto modesto sulle banche europee, vi erano evidenti pericoli a medio termine.
La “ridotta crescita” potrebbe portare danni alle banche
Le sanzioni che sono state imposte dagli Stati Uniti e dagli alleati della NATO e dall’Europa a Russia e Bielorussia (ritenuti responsabili dell’agressione dell’Ucraina), così come le contro-sanzioni imposte da Mosca e Minsk, potrebbero rendere difficile per i consumatori rimborsare i propri debiti bancari come frutto di una maggiore instabilità e una riduzione del commercio fra i paesi coinvolti.
Dopo 4 trimestri di crescita il PIL è tornato a diminuire
Espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è sceso dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Su base tendenziale è cresciuto del 5,8%. Lo comunica l’Istat, che sottolinea come la variazione acquisita per il 2022 sia pari a + 2,2. L’instabilità del mercato, l’impatto del conflitto sulle catene di approvvigionamento e la minaccia di attacchi informatici sono tutte grandi preoccupazioni.